venerdì 7 maggio 2010

La squadra nazionale.


Avete mai partecipato ad un lavoro di gruppo per un progetto universitario o lavorativo? O anche solo scegliere i vostri compagni per una qualsivoglia attività sportiva di squadra? Almeno una volta vi sarà capitato.
Bene. Un leader competente sceglie tra tutti il compagno preparato nell'attività di ricerca, ad esempio, quello con una buona parlantina, quello che ha sempre ben chiaro il risultato e per questo ha una buona capacità di motivazione dei compagni. Se poi siete un capitano a cui piace giocare onesto è ovvio che tra le qualità di chi sceglierete ci sarà senza dubbio l'onestà.
Tutto sensato, tutto logico. Immaginate, allora, di avere una squadra molto corposa della quale voi siete il presidente e, in forza di questa posizione, delegate il potere di agire ad un capo squadra che, insieme ai collaboratori, realizzerà il fine da voi perseguito, un vostro interesse; la scelta sarà quantomeno la stessa: capo squadra e collaboratori competenti. Onesti e corretti, se voi siete un presidente onesto e corretto.
Se il presidente di squadra è un cittadino di un qualunque paese, munito di sovranità (e quindi è un suo diritto e facoltà partecipare alla vita del proprio paese attraverso la delega a rappresententi eletti tramite voto) e capo squadra e collaboratori sono Capo del Governo e Ministri, il ragionamento sopra illustrato non deve essere diverso: il cittadino darà la propria preferenza a coloro che gli sembrano rappresentanti dei suoi interessi, competenti e preparati. Onesti e corretti se l'elettore è onesto e corretto. Per logica quindi deduciamo che se i governanti agiscono irreprensibilmente e in buona fede per il bene del paese allora coloro che li hanno eletti avranno le stesse buone qualità; elettori che vivono onestamente, si rispettano e che hanno questi comportamenti consapevoli che agendo con correttezza ne beneficeranno loro stessi e tutta la collettività.
E se invece ci trovassimo di fronte a dei governanti disonesti, opportunisti e incapaci di perseguire il bene del paese che rappresentano perchè totalmente coinvolti dai propri interessi personali ne ricaveremmo la fotografia di una popolazione che vive nella quotidianità esattamente allo stesso modo. E, allora, non troveremmo ridicoli questi cittadini che si lamentano delle scorrettezze di rappresentanti che hanno scelto?? Totalmente incapaci di aprire un'autocritica come si potrebbe spiegare loro che se non cambiano il modo di agire disonesto, anche nelle minime azioni quotidiane, non potranno mai pretendere di avere governanti interessati al bene collettivo piuttosto che alle proprie tasche?
E' un'impresa difficile...ma forse basterebbe trovare il modo di far ricordare ogni giorno quali sono le regole del gioco di squadra.

di Iovino Giada

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